Negli ultimi anni l’attenzione verso le aree interne e le regioni periferiche è cresciuta sia da parte dell’accademia sia del dibattito politico. In Italia, grazie alla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) promossa nel 2012, sono state individuate quelle aree che sono caratterizzate da un forte declinodemografico di lungo periodo e dalla lontananza fisica dai principali poli che offrono servizi di interesseprimario, come ad esempio ospedali, scuole e ferrovie. Tuttavia, occorre ricordare che le aree interneitaliane sono anche contraddistinte da una ricchezza naturale e culturale significativa che le rende uniche ed attrattive allo stesso tempo. Non è un caso dunque che, come anche affermato dalla stessa SNAI, uno dei settori chiave identificati per lo sviluppo locale di queste aree sia proprio il turismo (Lucatelli, 2016).Questo settore, che secondo i recenti dati dell’Organizzazione mondiale del turismo ha registrato una rapida crescita negli ultimi decenni ed è destinato a crescere esponenzialmente anche nei prossimi anni, è considerato un driver essenziale per la crescita economica, perché crea posti di lavoro e ricchezza (OCSE, 2016).Il caso delle aree interne italiane è un interessante esempio di come aree che non sono considerate delle vere e proprie destinazioni turistiche, intendano però investire in un processo di cambiamento e decidano di puntare sullo sfruttamento delle loro risorse naturali e culturali che sono state finora delle potenzialitàinespresse e poco valorizzate. Per queste ragioni, il presente studio analizza le strategie delle prime aree pilota che hanno approvato i loro progetti, al fine di fornire una classificazione che tenga conto delladomanda e dell’offerta turistica così come anche della tipologia di turismo in cui ciascuna area presenta dei vantaggi comparati.

Quanto è importante il turismo nelle aree interne italiane? Un’analisi sulle aree pilota

BRANDANO M;
2020-01-01

Abstract

Negli ultimi anni l’attenzione verso le aree interne e le regioni periferiche è cresciuta sia da parte dell’accademia sia del dibattito politico. In Italia, grazie alla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) promossa nel 2012, sono state individuate quelle aree che sono caratterizzate da un forte declinodemografico di lungo periodo e dalla lontananza fisica dai principali poli che offrono servizi di interesseprimario, come ad esempio ospedali, scuole e ferrovie. Tuttavia, occorre ricordare che le aree interneitaliane sono anche contraddistinte da una ricchezza naturale e culturale significativa che le rende uniche ed attrattive allo stesso tempo. Non è un caso dunque che, come anche affermato dalla stessa SNAI, uno dei settori chiave identificati per lo sviluppo locale di queste aree sia proprio il turismo (Lucatelli, 2016).Questo settore, che secondo i recenti dati dell’Organizzazione mondiale del turismo ha registrato una rapida crescita negli ultimi decenni ed è destinato a crescere esponenzialmente anche nei prossimi anni, è considerato un driver essenziale per la crescita economica, perché crea posti di lavoro e ricchezza (OCSE, 2016).Il caso delle aree interne italiane è un interessante esempio di come aree che non sono considerate delle vere e proprie destinazioni turistiche, intendano però investire in un processo di cambiamento e decidano di puntare sullo sfruttamento delle loro risorse naturali e culturali che sono state finora delle potenzialitàinespresse e poco valorizzate. Per queste ragioni, il presente studio analizza le strategie delle prime aree pilota che hanno approvato i loro progetti, al fine di fornire una classificazione che tenga conto delladomanda e dell’offerta turistica così come anche della tipologia di turismo in cui ciascuna area presenta dei vantaggi comparati.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12571/7860
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