Lo scopo di questo contributo è di esplicitare il potenziale impatto territoriale del Pnrr declinandone la portata dei relativi investimenti a livello comunale secondo il gradiente aree urbane/ aree interne. Come sottolineato da più parti, infatti, la «logica del bando» su cui si impernia il Pnrr sembra confliggere con il suo obbiettivo primario, ossia la riduzione dei divari territoriali. Un problema annoso, questo, soprattutto in Italia, dove lo storico dualismo fra Nord e Sud ha assunto recentemente nuove sfumature, allargandosi alle aree del Centro e del Nord che hanno subito la crisi dei propri distretti industriali, per non parlare delle aree montane e rurali periferiche. Queste ultime, in particolare, hanno subito un pesante calo demografico negli anni del miracolo economico e fino agli anni '70, per poi attestarsi su un percorso di lenta ma continua erosione della base demografica, un processo noto come slow burn [Pendall et al. 2010]. Durante la prima fase, lo spopolamento e il minor livello di sfruttamento del capitale territoriale locale non hanno comportato necessariamente una riduzione della ricchezza pro capite in tutte le aree interne. Anche queste zone, infatti, hanno beneficiato dell'aumento generale della produttività del lavoro (soprattutto nel settore primario) e della fornitura universale di servizi sanitari, educativi e pensionistici (in particolare tra gli anni '70 e '90), che hanno aumentato notevolmente i livelli di benessere individuale e collettivo [Calafati 2013]. Molti di questi servizi, però, sono stati tagliati negli ultimi 20-30 anni, peggiorando notevolmente le condizioni di vita dei cittadini delle aree interne che, oltre alla mancanza di economie di agglomera zione e ai problemi relativi alla scarsa accessibilità, hanno visto abbattersi sui loro territori tagli lineari nella prestazione dei servizi essenziali. Un problema che la collettività nazionale ha ritenuto di dover affrontare inserendolo nell'agenda pubblica con il lancio della Strategia nazionale delle aree interne (Snai) nel 2012 [Barca et al. 2014]. La Snai identifica le aree interne (aree interne intermedie, periferiche e ultra-periferiche) sulla base dei tempi di percorrenza necessari per accedere ai servizi sanitari, scolastici e del trasporto su rotaia forniti dai poli urbani. Nell'ottica della Snai queste aree necessitano di politiche mirate volte a stimolarne lo sviluppo locale, facendo leva sia sul miglioramento della fornitura di servizi essenziali che sull'impiego sostenibile del capitale territoriale locale. Si tratta, dunque, di azioni che possono trovare nel Pnrr uno strumento cruciale di finanziamento, dato che il suo maggiore obbiettivo trasversale è proprio quello della riduzione degli squilibri territoriali. Questo lavoro, dunque, per la prima volta a conoscenza dell'autore, cerca di far luce sul ruolo che il Pnrr può avere nel tentativo di invertire, o quantomeno ridurre, le tendenze in atto nelle aree periferiche del paese.
Il PNRR secondo il gradiente urbano - aree interne dei comuni italiani: quali possibili effetti per la coesione territoriale?
F. Compagnucci
2024-01-01
Abstract
Lo scopo di questo contributo è di esplicitare il potenziale impatto territoriale del Pnrr declinandone la portata dei relativi investimenti a livello comunale secondo il gradiente aree urbane/ aree interne. Come sottolineato da più parti, infatti, la «logica del bando» su cui si impernia il Pnrr sembra confliggere con il suo obbiettivo primario, ossia la riduzione dei divari territoriali. Un problema annoso, questo, soprattutto in Italia, dove lo storico dualismo fra Nord e Sud ha assunto recentemente nuove sfumature, allargandosi alle aree del Centro e del Nord che hanno subito la crisi dei propri distretti industriali, per non parlare delle aree montane e rurali periferiche. Queste ultime, in particolare, hanno subito un pesante calo demografico negli anni del miracolo economico e fino agli anni '70, per poi attestarsi su un percorso di lenta ma continua erosione della base demografica, un processo noto come slow burn [Pendall et al. 2010]. Durante la prima fase, lo spopolamento e il minor livello di sfruttamento del capitale territoriale locale non hanno comportato necessariamente una riduzione della ricchezza pro capite in tutte le aree interne. Anche queste zone, infatti, hanno beneficiato dell'aumento generale della produttività del lavoro (soprattutto nel settore primario) e della fornitura universale di servizi sanitari, educativi e pensionistici (in particolare tra gli anni '70 e '90), che hanno aumentato notevolmente i livelli di benessere individuale e collettivo [Calafati 2013]. Molti di questi servizi, però, sono stati tagliati negli ultimi 20-30 anni, peggiorando notevolmente le condizioni di vita dei cittadini delle aree interne che, oltre alla mancanza di economie di agglomera zione e ai problemi relativi alla scarsa accessibilità, hanno visto abbattersi sui loro territori tagli lineari nella prestazione dei servizi essenziali. Un problema che la collettività nazionale ha ritenuto di dover affrontare inserendolo nell'agenda pubblica con il lancio della Strategia nazionale delle aree interne (Snai) nel 2012 [Barca et al. 2014]. La Snai identifica le aree interne (aree interne intermedie, periferiche e ultra-periferiche) sulla base dei tempi di percorrenza necessari per accedere ai servizi sanitari, scolastici e del trasporto su rotaia forniti dai poli urbani. Nell'ottica della Snai queste aree necessitano di politiche mirate volte a stimolarne lo sviluppo locale, facendo leva sia sul miglioramento della fornitura di servizi essenziali che sull'impiego sostenibile del capitale territoriale locale. Si tratta, dunque, di azioni che possono trovare nel Pnrr uno strumento cruciale di finanziamento, dato che il suo maggiore obbiettivo trasversale è proprio quello della riduzione degli squilibri territoriali. Questo lavoro, dunque, per la prima volta a conoscenza dell'autore, cerca di far luce sul ruolo che il Pnrr può avere nel tentativo di invertire, o quantomeno ridurre, le tendenze in atto nelle aree periferiche del paese.| File | Dimensione | Formato | |
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