L’attrazione di nuovi giovani abitanti nelle aree interne, unita ad interventi in grado di favorirne la propensione a restare e tornare di chi vi è nato, sono tra gli elementi chiave per invertire le attuali dinamiche di spopolamento e invecchiamento della popolazione. In generale, infatti, in virtù di quanto confermato dalla letteratura scientifica in tema di migrazione (Corcoran et al. 2010), possiamo affermare che il segmento più giovane della popolazione è quello maggiormente in grado di stimolare le dinamiche di sviluppo dei luoghi, specie in quelli marginali. Proprio i più giovani nel corso degli ultimi anni sono, però, emigrati in misura crescente e quasi incessante da questi territori “lontani” verso aree urbane e grandi agglomerati metropolitani in cerca di migliori opportunità lavorative. In questo contributo ci concentreremo sulla dimensione spaziale e sui fattori individuali che sottendono la propensione a lasciare le aree interne o a restarvi per sviluppare un progetto di vita. A tal scopo, abbiamo elaborato una nuova tassonomia che supera la categorizzazione binaria restare/partire e considera i diversi gradi di volontarietà della scelta, un elemento molto rilevante e sovente trascurato che, invece, arricchisce la lettura del fenomeno. Ognuno dei due poli è stato pertanto suddiviso ulteriormente identificando se la propensione a restare/partire sia guidata da una scelta fatta con convinzione (per scelta) o viceversa sia dettata dalla necessità, per via della mancanza di ulteriori alternative. Contrariamente a quanto ci si sarebbe potuti aspettare, emerge che la maggioranza dei giovani è orientata a rimanere in questi territori: circa il 53% li considera il luogo dove sviluppare il proprio progetto di vita, mentre approssimativamente il 16%, pur volendo restare, si sente costretto a dover partire a causa delle scarse possibilità di realizzazione personale. Porre l’attenzione sul grado di libertà che orienta la scelta di restare o partire, individuandone i fattori che la influenzano, appare indispensabile, anche al fine di informare il dibattito su strumenti e politiche mirate ad assicurare pari opportunità in tutti i territori e, in ultima analisi, invertire le perduranti tendenze allo spopolamento di alcune aree. Ciò è tanto più vero alla luce della rinnovata consapevolezza, indotta dalle trasformazioni introdotte e/o accelerate dalla pandemia Covid-19, dei limiti e dell’insostenibilità degli attuali modelli di crescita.
Restare o partire: geografie e fattori di una scelta
Sonzogno G. V.;Urso G.
2023-01-01
Abstract
L’attrazione di nuovi giovani abitanti nelle aree interne, unita ad interventi in grado di favorirne la propensione a restare e tornare di chi vi è nato, sono tra gli elementi chiave per invertire le attuali dinamiche di spopolamento e invecchiamento della popolazione. In generale, infatti, in virtù di quanto confermato dalla letteratura scientifica in tema di migrazione (Corcoran et al. 2010), possiamo affermare che il segmento più giovane della popolazione è quello maggiormente in grado di stimolare le dinamiche di sviluppo dei luoghi, specie in quelli marginali. Proprio i più giovani nel corso degli ultimi anni sono, però, emigrati in misura crescente e quasi incessante da questi territori “lontani” verso aree urbane e grandi agglomerati metropolitani in cerca di migliori opportunità lavorative. In questo contributo ci concentreremo sulla dimensione spaziale e sui fattori individuali che sottendono la propensione a lasciare le aree interne o a restarvi per sviluppare un progetto di vita. A tal scopo, abbiamo elaborato una nuova tassonomia che supera la categorizzazione binaria restare/partire e considera i diversi gradi di volontarietà della scelta, un elemento molto rilevante e sovente trascurato che, invece, arricchisce la lettura del fenomeno. Ognuno dei due poli è stato pertanto suddiviso ulteriormente identificando se la propensione a restare/partire sia guidata da una scelta fatta con convinzione (per scelta) o viceversa sia dettata dalla necessità, per via della mancanza di ulteriori alternative. Contrariamente a quanto ci si sarebbe potuti aspettare, emerge che la maggioranza dei giovani è orientata a rimanere in questi territori: circa il 53% li considera il luogo dove sviluppare il proprio progetto di vita, mentre approssimativamente il 16%, pur volendo restare, si sente costretto a dover partire a causa delle scarse possibilità di realizzazione personale. Porre l’attenzione sul grado di libertà che orienta la scelta di restare o partire, individuandone i fattori che la influenzano, appare indispensabile, anche al fine di informare il dibattito su strumenti e politiche mirate ad assicurare pari opportunità in tutti i territori e, in ultima analisi, invertire le perduranti tendenze allo spopolamento di alcune aree. Ciò è tanto più vero alla luce della rinnovata consapevolezza, indotta dalle trasformazioni introdotte e/o accelerate dalla pandemia Covid-19, dei limiti e dell’insostenibilità degli attuali modelli di crescita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.