In questo lavoro ci proponiamo di fornire un contributo all’analisi del ruolo che le capabilities dinamiche hanno nello spiegare i differenziali di performance tra le imprese. Il modello (implicito) a cui facciamo riferimento considera le imprese come sistemi aperti, le cui dinamiche dipendono sia da elementi interni alle stesse, sia dallo scambio di flussi materiali ed immateriali (‘entropia’) che esse realizzano con l’ambiente esterno. Tale modello viene applicato empiricamente utilizzando i dati raccolti attraverso un’estesa indagine per questionario condotta di recente su un gruppo di circa 90 imprese della provincia di Treviso. Trattandosi in prevalenza di dati derivanti da risposte a quesiti a scelta multipla, l’applicazione viene condotta attraverso l’analisi delle corrispondenze multiple, particolarmente indicata nel trattamento di dati categoriali. I risultati più importanti di questa applicazione riguardano principalmente la stretta connessione identificata tra fattori organizzativi e fattori ambientali nella determinazione delle performance dinamiche dell’impresa. L’analisi mostra infatti, innanzitutto, il potere esplicativo di due meta-variabili principali: una prima, che sintetizza l’estensione delle relazioni tra le imprese analizzate, fortemente dipendente da variabili ambientali; una seconda, espressione delle loro capabilities di mercato, strettamente relazionata a competenze organizzative di produzione e di marketing. In secondo luogo, emerge come le imprese dell’area considerata risultino di fatto appartenere a due diverse tipologie, con capabilities dinamiche, rispettivamente, elevate – imprese “pro-attive” – e ridotte – imprese “reattive”. Questi due profili sono infine qualificati da un ulteriore insieme di variabili. Confermando quelle che erano le aspettative, il gruppo di imprese più dinamiche risulta essere caratterizzato, tra l’altro, da una rilevante diffusione delle ICT, da una buona collocazione nell’assetto infrastrutturale, dalla partecipazione a gruppi con posizioni di rilievo, da strategie di diversificazione e da relazioni cooperative (oltre che competitive) con i concorrenti. Il gruppo di imprese meno dinamiche mostra invece, tra le altre caratteristiche, collegamenti di tipo locale, sia con i fornitori che con i clienti, realizzati tipicamente attraverso relazioni di tipo informale e di outsorcing di attività secondarie piuttosto che principali.
Le capabilities dinamiche: organizzazione di cluster o cluster organizzativi?
MONTRESOR S.
2005-01-01
Abstract
In questo lavoro ci proponiamo di fornire un contributo all’analisi del ruolo che le capabilities dinamiche hanno nello spiegare i differenziali di performance tra le imprese. Il modello (implicito) a cui facciamo riferimento considera le imprese come sistemi aperti, le cui dinamiche dipendono sia da elementi interni alle stesse, sia dallo scambio di flussi materiali ed immateriali (‘entropia’) che esse realizzano con l’ambiente esterno. Tale modello viene applicato empiricamente utilizzando i dati raccolti attraverso un’estesa indagine per questionario condotta di recente su un gruppo di circa 90 imprese della provincia di Treviso. Trattandosi in prevalenza di dati derivanti da risposte a quesiti a scelta multipla, l’applicazione viene condotta attraverso l’analisi delle corrispondenze multiple, particolarmente indicata nel trattamento di dati categoriali. I risultati più importanti di questa applicazione riguardano principalmente la stretta connessione identificata tra fattori organizzativi e fattori ambientali nella determinazione delle performance dinamiche dell’impresa. L’analisi mostra infatti, innanzitutto, il potere esplicativo di due meta-variabili principali: una prima, che sintetizza l’estensione delle relazioni tra le imprese analizzate, fortemente dipendente da variabili ambientali; una seconda, espressione delle loro capabilities di mercato, strettamente relazionata a competenze organizzative di produzione e di marketing. In secondo luogo, emerge come le imprese dell’area considerata risultino di fatto appartenere a due diverse tipologie, con capabilities dinamiche, rispettivamente, elevate – imprese “pro-attive” – e ridotte – imprese “reattive”. Questi due profili sono infine qualificati da un ulteriore insieme di variabili. Confermando quelle che erano le aspettative, il gruppo di imprese più dinamiche risulta essere caratterizzato, tra l’altro, da una rilevante diffusione delle ICT, da una buona collocazione nell’assetto infrastrutturale, dalla partecipazione a gruppi con posizioni di rilievo, da strategie di diversificazione e da relazioni cooperative (oltre che competitive) con i concorrenti. Il gruppo di imprese meno dinamiche mostra invece, tra le altre caratteristiche, collegamenti di tipo locale, sia con i fornitori che con i clienti, realizzati tipicamente attraverso relazioni di tipo informale e di outsorcing di attività secondarie piuttosto che principali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.